ANTIPASTI/ SECONDI PIATTI

Flan di zucchine e uova di quaglia

Non sono sparita e non ho smesso di cucinare… sia mai! Mi sto impegnando molto e sto investendo in formazione per migliorare anche questo mio angolino di condivisione, il mio amato blog. Cerco di far sempre la mia parte per migliorami ed acquisire nuove competenze, non riesco proprio a star ferma se si parla di sfida con me stessa!

E torno proprio con una ricetta semplice e di effetto “wow” per i vostri ospiti in tema primaverile e pasquale! Vi assicuro che questi sformatini/flan sono davvero buonissimi! Provar per togliersi ogni dubbio. 

Che programmi avete per questo periodo pasquale? Fate ciò che vi sentite ma non fatevi mancare il colore, gli affetti veri e il cibo buono se potete <3

 

 

 

Flan di zucchine e uova di quaglia

Ingredienti

(per 8 flan)

300 g di zucchine con il fiore

2 uova

80 ml di latte

50 g di panna fresca

15 g di parmigiano reggiano

50 g di farina

1 scalogno

1/2 gambo di sedano 

olio extravergine di oliva

una punta di peperoncino

un cucchiaio di prezzemolo grattugiato

sale

pepe

 

8 uova di quaglia

sale

pepe

 

Procedimento

Pulite le zucchine e tagliatele a rondelle e fatele cuocere per una decina di minuti in padella dopo averci fatto appassire un trito di sedano e scalogna, il peperoncino, il prezzemolo e l’olio.
A fine cottura, salate e aggiungete poco pepe.

Frullate le zucchine tenendone da parte qualcuna per la decorazione.

In una ciotola versate il composto ottenuto, aggiungete la farina e mescolate bene. Aggiungete la panna e il latte, poi le uova precedentemente sbattute e il parmigiano.

Versate il composto ottenuto in 8 stampini in alluminio imburrati e infarinati e cuocete a forno caldo e ventilato per 25/30 minuti a 170 gradi.

Fate raffreddare prima di sformarli.

Cuocete le uova di quaglia in una padellina antiaderente unta, cuoceteli per pochi minuti, salateli e pepateli. Aggiungetene uno su ogni flan e decorate con le rondelle di zucchine tenute da parte.

Buon appetito!

DOLCI

DOBOS, LA TORTA UNGHERESE

Torneremo a viaggiare, ad andare a zonzo per il mondo ed arricchirci. Già. Perché nessuno ha un bagaglio più ricco di chi ha potuto/voluto viaggiare. Si impara solo viaggiando che la bellezza può risiedere ovunque, che ogni luogo ha qualcosa da insegnare e qualche nuovo spazio che ricorda casa. Si impara così la tolleranza verso l’altro, si alimenta la nostra cultura  e ci si apre verso nuovi orizzonti. Quando ho potuto ho viaggiato  e ho regalato ai miei ragazzi la possibilità di capire e vedere con i propri occhi nuove angoli di mondo.  Quante volte i loro insegnanti mi hanno fatto presente di quanto questo li abbia contraddistinti per apertura mentale, e quante volte mi sono sentita un po’ orgogliosa di essere riuscita almeno in questo!

Beh… diciamo che viaggiare significa anche poter gioire di nuove ricette e scoprire nuovi sapori e usanze. Devo dire che questa torta ungherese non l’ho mangiata durante il viaggio a Budapest di diversi anni addietro,  bensì in una pasticceria in Italia, e l’ho trovata divina. Mi sono sempre ripromessa di replicarla e mai ho trovato il tempo, fino ad oggi!

Si tratta di una golosissima e scenografica torta a strati degna delle grandi occasioni. La  ricetta originale è del pasticcere Jòzsef Dobos vissuto a cavallo fra l’ottocento e il novecento.  Una torta golosissima che sa proprio di “torta per le grandi occasioni”. Se la provate ne rimarrete estasiati, certo non posso spacciarla per ipocalorica… ma vale tutte le sue  calorie!!!

 

 

Torta Dobos

(ricetta per 10 pp)

Per la base di pan di spagna

  • 6 uova

  • 150 gr di zucchero fine di canna

  • 30 gr di zucchero a velo

  • aroma di vaniglia
  • 150 gr di farina tipo 0

  • 80 gr di burro morbido

Per la crema al burro

  • 350 gr di burro

  • 90 gr di zucchero a velo

  • 100 gr di cioccolato fondente al 70%

  • 30 gr di cacao amaro in polvere

  • mezzo bicchierino di rum  o altro liquore

Per la glassa

  • 150 gr di zucchero a velo

  • 30 gr di burro

+ granella di nocciole per decorare

 

Procedimento

Togliere il burro dal frigorifero.

Separare i tuorli dagli albumi. Montare i tuorli con lo zucchero di canna e lo zucchero a velo fino ad ottenere una spuma liscia e gonfia. Aggiungere poco per volta la farina setascciata con delicatezza per non smontare il composto. Unire il burro ammorbidito,  amalgamarlo con cura.

Montare gli albumi a neve fermissima ed incorporarli al composto mescolando dal basso verso l’alto con delicatezza.

Pesare l’impasto e dividerlo in 6 tortiere imburrate ed infarinate di 22 cm, ottenendo quindi 6 dischi per la base.

Cuocere per 8 minuti ad una temperatura di 200° ventilato.
Lasciar raffreddare, tenendo da parte il disco più omogeneo che verrà usato superficie della torta.

Preparare la crema. Sciogliere il cioccolato a bagnomaria, farlo intiepidire. Montare il burro con il cacao e zucchero a velo, unire il cioccolato fuso e il rum. Amalgamare bene.

Distribuire la crema  così ottenuta su 5 dischi per poi sovrapporli. Con l’aiuto di una spatola, distribuire il resto della crema attorno a tutta la torta.

Riporre la torta  in frigorifero per solidificarsi un po’.

Preparare la glassa di copertura. Mettere lo zucchero a velo in un pentolino a fondo spesso, lasciarlo sciogliere a fuoco basso finché si mostrerà dorato, aggiungere il burro lontano dal fuoco e mescolare per ottenere un morbido caramello. Versare subito la glassa con attenzione sul disco tenuto da parte, sarà la copertura. Lasciar solidificare. Dunque tagliare a spicchi e porre sulla torta Dobos per dare il suo caratteristico aspetto. 

Se si vuole si può  decorare con granella di nocciole, riccioli di caramello o ciuffi di panna.

Conservare in frigo.

 

ANTIPASTI/ SECONDI PIATTI

Croquettes di gamberetti

Come si usa dire “fritta è buona pure una ciabatta!”. Beh che il fritto piaccia molto e praticamente a tutti è indubbio. Dunque si  potrebbe anche pensare che  non ci siano persone cattive, basterebbe giusto friggerle…no? 😀

No via. Diciamo che fritto è comunque buono qualcosa che già di base lo è, con la frittura aumenta sicuramente l’appetibilità e, a parer mio, anche se non si tratta di cibo raccomandato per una sana alimentazione poiché ricco di grassi saturi, ogni tanto fa pure bene concederselo e trasgredire 😉

Queste polpette di gamberetti sono buonissime, croccanti fuori e ripiene di besciamella alla curcuma e gamberetti interiormente, un’esplosione di sapori!

Croquettes di gamberetti

(per 6 pp.)

brodo di gamberi (1/2 cipolla, 1 costa di sedano 1 carota  e gusci dei gamberetti)

gamberetti puliti  g 200

farina g 50

amido di mais g 60

burro g 60

panna  ml 80

uova 2

gelatina 3 fogli

prezzemolo tritato q.b.

aglio in polvere q.b.

curcuma 1 cucchiano

sale, pepe

farina 0 + farina di granoturco + uovo + pangrattato +

olio per friggere

 

Procedimento

Iniziate la sera precedente. Preparate un brodo con i gusci dei gamberetti e le verdure indicate e un po’ di sale. Fate bollire una mezz’ora e filtrate il liquido, tenete da parte.

Mettete la gelatina in ammollo in acqua.

Preparate la besciamella. Sciogliete il burro, aggiungete curcuma, farina e amido di mais, aggiungete circa 350 ml di brodo e fate addensare, aggiungete quindi la gelatina strizzata, la panna e il prezzemolo tritato, l’aglio in polvere, aggiustate con sale e pepe, fate raffreddare e mettete in frigorifero.

Il giorno seguente tritate i gamberetti, aggiungeteli alla besciamella che dovrà presentarsi densa. amalgamate bene. 

Preparate un piatto con farina 0 e farina di granoturco, uno con un uovo sbattuto e uno con del pangrattato. 

Formate delle palline che andrete a rotolare prima nelle farine, poi nell’uovo e poi nel pangrattato, disponendole poi su carta da forno, fatele riposare almeno un’ora in frigo.

Friggetele in olio profondo e ben caldo (se avete il termometro a 175°) finché non si mostreranno belle dorate. Servitele calde ma saranno buone anche il giorno successivo scaldate in forno.

 

 

 

DOLCI

Cuore con passion fruit e ganache al cioccolato

Non sono particolarmente avvezza a festeggiare questa ricorrenza, San Valentino. In queste pagine più volte l’ho palesato, nonostante sia il mio onomastico. Però sono una a cui piace festeggiare un po’ tutto, che trova che onorare le ricorrenze sia sempre cosa buona, ho ereditato questa modalità festaiola dalla mia amata nonna. E comunque se tutti usassimo di più il cuore e ci vergognassimo meno di mostrarlo il mondo sarebbe un posto migliore, senza dubbio.

Celebrare qualsiasi tipo di amore è cosa sacra, amare e amarsi è un po’ ciò che si fa quando si cucina no? E allora quale cosa  migliore di un dolce delizioso, magari proprio a forma di cuore con propone un connubio pazzesco? Il passion fruit, che amo, si sposa magnificamente con il cioccolato fondente. Il suo gusto acidulo e a tratti agrumato assieme al sapore avvolgente del cioccolato farà breccia nel vostro cuore, ve lo assicuro!

Cuore con passion fruit e ganache al cioccolato

(dosi per 10 pp. o 16 cuoricini ripieni)

Ingredienti Sablé al cioccolato (guscio a cuore)

310 g di farina debole

100 g di burro morbido

100 g di zucchero a vel0

50 g di olio di riso

40 g di farina di mandorle

40 g di cacao amaro

1 uovo grande

1 pizzico di sale

Ingredienti Curd al passion fruit

4 frutti della passione (la polpa)

1 uovo

70 g di zucchero semolato fine

40 g di burro

Ingredienti ganache al cioccolato

150 ml di panna fresca

30 g di cioccolato bianco

170 g di cioccolato fondente al 70%

 

Procedimento

In una ciotola impastate gli ingredienti della sablé, potete procedere a mano o con l’ausilio dell’impastatrice. Deve essere un composto compatto e omogeneo, da far riposare in frigorifero per almeno un’ora.

Preparare il curd. Prelevate dai frutti la polpa, mettetela in una ciotola di acciaio (vi serve per la cottura a bagnomaria) e lavoratela con lo zucchero. Aggiungete l’uovo sbattuto e il burro a tocchetti. Mettete sul fuoco a bagnomaria  e sbattete finché non si addenserà a crema. Tenete da parte.

Accendete il forno a 170° (io ventilato). Stendete la vostra frolla sablé di 4/2 mm di spessore e mettetela in uno stampo singolo o piu stampini in modo che risulti un guscio contenitore con un bordo di almeno 1,5 cm. Bucherellate il fondo e cuocete per circa 20/25 minuti. Deve comunque risultare ben cotto ma non abbronzarsi, regolatevi coi tempi del vostro forno.

Fatela raffreddare. Adesso dedicatevi alla ganache. In un pendolino portate a bollore la panna, allontanatela dal fuoco e aggiungete tutto il cioccolato a pezzi mescolando perché risulti una crema bella liscia.

Procedete all’assemblaggio. Riempite il guscio con il curd di passion fruit e sopra fate colare e distribuite uniformemente con una spatola la ganache.

Io ho completato guarnendo con qualche ciuffetto di curd lasciata appositamente da parte e con del cioccolato bianco sciolto.

Si conserva per 24 ore a t.a. e dopo in frigorifero fino a 5 giorni, ma non ci arriverà.

 

 

 

 

DOLCI

CIAMBELLONE SOFFICE AGLI AGRUMI

Sono giorni intensi per la scuola, incertezze, quarantene,  voti di fine quadrimestre, inizio pentamestre, iscrizioni alle scuole superiori. Ho sempre tenuto tantissimo all’istruzione dei miei ragazzi, molto meno ai voti. Mai ho detto loro “pretendo un 10” o “se prendi meno di 8 sei in punizione”. Mai.

Mi interessa che nutrano la voglia di sapere, di migliorarsi, che siano curiosi nell’apprendimento. Mi interessa che nutrano il proprio cervello di perché sentono la necessità di cercar risposte. Mi preme che siano educati, colti senza spocchia, che riescano a fare discorsi di senso compiuto.

La scuola non dovrebbe mai servire ai genitori per primeggiare, per sentirsi più capaci nel loro ruolo a livello sociale. L’ossessione di avere un figlio che spicca perché il migliore della classe non è garanzia di nulla nel ruolo genitoriale. Io  sono  stata “la più brava”, seppur senza mai sentirmici. Eppure i miei genitori mai mi hanno seguita nel percorso scolastico o indirizzata in tal senso, né mi hanno permesso di continuare gli studi ai giorni opportuni, dunque è stata solo fortuna, per dire.

La scuola resta un percorso fondamentale e non serve soltanto a trovar un buon lavoro. Serve perché fornisce degli strumenti per riuscire a non farsi fregare, per non sentirsi inadeguati fuori dal prorio contesto, serve per gestire un sentimento, per ammirare l’arte o un tramonto, non solo una vetrina. E certo non deve servire per mettersi in vetrina…

Riflessioni mie, che ogni tanto vi somministro in queste mie pagine… perdonatemi. Ma è il mio diario condiviso e condivisibile.

E adesso una ricetta favolosa, semplice e perfetta anche per la scuola, già. Perché partire con la giusta leggerezza non può che far bene all’inizio delle nostre giornate 😉

CIAMBELLONE SOFFICE AGLI AGRUMI

(per 8 pp – stampo da 18/20 cm)

Ingredienti

150 g di farina tipo 1

40 g di fecola di patate

190 g di zucchero semolato

2 uova medie

1 yogurt greco (170 g)

40 ml olio di riso (o mais)

1 arancia: succo e buccia grattugiata

1 limone buccia grattugiata

1 bustina di lievito Bio

3 cucchiai marmellata di agrumi + 1 cucchiaio di acqua

 

Procedimento

Grattugiare la scorza dell’arancia e spremerne il succo, grattugiare anche la scorza di limone e mescolare con lo yogurt greco.

Aggiungere l’olio e lo zucchero e i due tuorli ed amalgamare bene.

A parte montare a neve ferma gli albumi.

Aggiungere al composto la farina, la fecola e il lievito setacciati per evitare grumi. Dunque aggiungere piano mescolando dal basso verso l’alto gli albumi montati a neve.

Infarinare e imburrare uno stampo da ciambella e cuocere a forno caldo e ventilato a 170° per circa 30 minuti (fate la prova stecchino, deve risultare asciutto).

Scaldare leggermente in un pentolino la marmellata di agrumi con l’acqua. Appena il ciambellone sarà intiepidito sfornarlo e cospargerlo con la marmellata in modo irregolare.

Si conserva a temperatura ambiente in un’alzata coperta per 5/6 giorni.

 

 

DOLCI

Il Panforte

Caspita, come si può parlar del Natale senza menzionare il buonissimo PANFORTE? … è il favoloso dolce natalizio della tradizione toscana. Ammetto che da piccola lo detestavo, mentre nonna lo comprava sempre perché ne era golosa. E pensare che mai ha potuto assaggiare il mio! Già la immagino fra le sue smorfie di approvazione culinaria e le risate…e sì, manca. Ancora e sempre, tanto. 

Il Natale è un po’ così, amplifica,  gioie, dolori e mancanze. 

Quest’anno abbiamo qualche cucciolo in più in famiglia, mio nipote Zeno e la mia cucciola di bulldog francese Frida. Due cuccioli adorabili e che hanno portato un po’ di gioia in un anno che non si è fatto amare, proprio per nulla. Occorre comunque essere grati di essere insieme, di star bene nonostante, di avere ancora il cuore gonfio di buoni sentimenti che però andranno diretti un po’ più verso chi li merita… perché troppe volte son stati sprecati con persone di dubbia affettività.

Mi auguro e auguro a tutti voi che mi leggete e mi seguite di conservare cuore, emozioni, speranze e tanto coraggio… sono tutti ingredienti imprescindibili, non solo per Natale ma per ogni giorno. Sorridete e cercate di non appesantirvi lo stomaco dal rancore, semmai da qualche scorpacciata in più!

Buone Feste <3

Panforte

Ingredienti

(1 panforte di 18 cm di diametro e due piccoli di 8 cm)

300 g di mandorle con la buccia

50 g di nocciole

210 g di farina 00

150 g di zucchero di canna

60 g di farina di mandorle

200 g di cedro candito

200 g di arancia candita

50 g di canditi misti

120 g di miele di acacia

40 g di miele di castagno

1/2 cucchiaino di cannella in polvere

1/2 bacca di vaniglia (semini)

poca noce moscata grattugiata

una punta di zenzero in polvere

1 bicchierino scarso di acqua

zucchero a velo per guarnire

 

Procedimento

Iniziate tagliando a pezzi i canditi qualora ne aveste interi (sono preferibili per qualità).

Scaldate mandorle e nocciole in forno per tostarle (io un paio di minuti sotto il grill, girandole).

In una padella ampia sciogliete il miele con lo zucchero , attenzione, non deve prendere troppo calore.  Aggiungete dunque le mandorle e le nocciole, amalgamando.

Versate in una ciotola di acciaio e aggiungere la farina, gli aromi ed i canditi e l’acqua. Amalgamate molto bene, deve risultare un impasto appiccicoso ma non secco. 

Adagiate dei cerchi di acciaio su della carta da forno. Sempre con la carta da forno ritagliate delle strisce da mettere di lato lungo i cerchi di acciaio (con queste dosi me ne sono venuti tre, come indicato in alto). inserire il composto pressandolo bene, magari aiutandosi con le mani inumidite o con carta da forno.

Cospargete con abbondante zucchero a velo.

Cuocete a 190° per 20/25 minuti, fate attenzione che non si abbronzino troppo altrimenti poi risulteranno duri!

Si conserva in una scatola di latta o rinvolto nella pellicola per alimenti per 20 giorni abbondanti (ma ci arriva? 😉 )

 

 

 

 

 

DOLCI

Tarte Amandier

Fra tutti i difetti che ho uno spicca senza dubbio. La mia incapacità a star ferma, a gestire i momenti vuoti. Non li tollero, non li considero momenti di meritata calma e riposo bensì tempo perso. Ho necessità della mia tabella di marcia fissa, di correre, di arrivare a fine giornata e dirmi “ok Valentina, hai fatto questo, questo e quello e devi fare questo, quello e quello”. Poi ogni tanto la stanchezza si fa sentire anche sul mio fisico, lo ammetto…tuttavia proprio non so agire in modo diverso.

Ogni giornata è fatta di tante cose ed è un prezioso regalo, questa è una certezza. Ognuno di noi è giusto che trovi il proprio modo di viverla e viversi…per fortuna siamo tutti diversi! Ultimamente sto anche cercando di essere meno critica con me stessa, cerco di contemplare anche la possibilità di non essere perfetta nella gestione di tutto e anche di pretendere da me un po’ meno, di guardarmi con più indulgenza. Che tanto di persone che ci guardano  commentando le nostre azioni o giudicando il nostro vivere ce ne sono fin troppe. Anzi, talvolta mi piacerebbe davvero viver meno online (imprescindibile per la vita di questo mio blog) per dar meno nell’occhio proprio a coloro che campano di malsani livori e vivono in maniera morbosa la vita altrui, d’altronde si cibano di questo anziché condividere contenuti propri (che non hanno). Ogni momento storico ha le sue caratteristiche, il nostro sono le relazioni social, dobbiamo farci i conti.

Ma passiamo alla nota dolce, e che dolce!!! Conoscete questa delizia di torta tipica della tradizione francese? Si tratta di una torta di mandorle dalla consistenza fondente e avvolgente. Una favola per chi, come la sottoscritta, ama le mandorle. La Tarte Amandier è divina, sia messo agli atti 😉

 

Tarte Amandier

(per 8 pp)

  • 3 uova medie
  • 100 g zucchero semolato

  • 20 g miele di fiori

  • 150 g farina di mandorle

  • essenza  di  mandorle amare

  • essenza di fiorni d’arancio

  • zeste di arancia bio (o limone)

  • 70 g burro a pomata

  • 50 g mascarpone

  • Lamelle di mandorle per decorare

Procedimento

Iniziare togliendo dal frigo una mezz’ora prima della preparazione il burro.

Mescolare in una ciotola le uova assieme allo zucchero e il miele finché le uova non si mostrino belle gonfie. Aggiungere la farina di mandorle e gli aromi.

Amalgamare burro e mascarpone e incorporare bene all’impasto.

Accendere il forno a 160° ventilato. Imburrare  e infarinare uno stampo da 18/20 cm .

Mettere il composto nello stampo e cospargere di lamelle di mandorle

Cuocere per circa 40 minuti. Coprire la superficie del dolce con della carta di alluminio se dovesse scurirsi troppo in cottura.

 

 

 

SECONDI PIATTI

Cottage Pie

Quando i periodi si mostrano complicati è sempre la cucina che salva. Mangiar bene e magari un po’ di sana convivialità sono armi vincenti per star un po’ meglio, per alleggerire pensieri e ritrovare un sorriso di soddisfazione. Quando si mangia con gusto, quando ci si coccola seppur senza troppi sfarzi e concessioni iper caloriche, si sta meglio… non si discute. 

Conoscete la storia del Cottage Pie? Si tratta di un pasticcio di carne  con piselli e coperto da una crosta di purè di patate. Una ricetta della tradizione inglese molto  sostanziosa e dal gusto particolarmente invitante. Qui i miei uomini -tutti- ne vanno pazzi. La porto in tavola e sparisce come in preda ad un attacco di fameliche cavallette. Effettivamente è un piatto saporito che piace molto anche a me e che, se lo proporrete a degli ospiti, vi garantirà una gran bella figura 😉

Cottage Pie

(ricetta per 6 pp.)

600 g di spezzatino magro di vitello

1 carota

1 cipolla di Tropea

1 spicchio di aglio

1 costa di sedano

un cucchiaio di prezzemolo

una punta di peperoncino

2 cucchiai colmi di concentrato di pomodoro

1 cucchiaio di salsa Worcester

250 g di piselli congelati

600 g di patate (io preferisco quelle a pasta bianca)

100 ml di panna fresca

olio extravergine di oliva

1/2 cucchiaino di curry

noce moscata q.b.

pepe nero q.b.

sale

 

Procedimento

Iniziate sbucciando le patate e mettetele intere a bollire in acqua salata finché non risultino morbide. 

Nel mentre preparate un trito di cipolla, sedano, carota e fatelo soffriggere assieme al peperoncino in padella con poco olio.
Aggiungete la carne a piccoli pezzi ed fatela rosolare bene per ogni lato.
Successivamente aggiungete i piselli passati sotto l’acqua,  il concentrato di pomodoro, la salsa Worchester, il curry  e aggiungete poca acqua calda e coprite. Fate cuocere per 10 minuti. Aggiustate il sale, mettete 3 cucchiai di panna e proseguite la cottura per altri 8/10 minuti. Spegnete e aggiungete un filo di olio e pepe.

Una volta cotte le patate schiacciatele bene da calde, aggiungete una bella grattugiata di noce moscata, olio buono e la panna rimanente, dovranno risultare un purè compatto.

Ungete una pirofila da forno, mettete sul fondo la carne. Coprite con i ciuffi di patata  con l’ausilio di un sac à poche dalla bocca larga stellata.

Infornare a 200° ventilato per circa 20 minuti (se dovesse colorarsi troppo coprire con della carta di alluminio).

 

 

DOLCI

Red Velvet gluten free

Perseveranza e volontà fanno parte di me, posso affermarlo senza esitazione alcuna. È arrivato il traguardo che tanto ho atteso, per cui ho fatto i salti ribaltati negli ultimi tre anni:la LAUREA. Già. Non mi è stato possibile conseguirla nei tempi consueti, e ho sofferto un bel po’ per questa “non possibilità”.  Tuttavia ho sempre conservato la speranza di poter realizzare questo sogno e, come spesso accade quando ci si arma di buoni intenti e tenacia, è arrivata!

Non è stato un percorso facile, tante rinunce e tante difficoltà. Mi sono iscritta come studentessa part time diluendo gli esami in 4 anni, salvo poi accelerare, rinunciare al part time e divenire studentessa in corsa a tutti gli effetti e in 3 anni ho concluso. Tutto questo con vari “nonostante”. Una famiglia, un lavoro full time, questo blog da mantener in vita, un concorso pubblico (per cui ho studiato molto e che ho vinto), due interventi chirurgici importanti e infine pure il Covid (già, ho discusso la mia tesi sempre con carica “positiva”). Non mi sono fatta mancare nulla, tutto pareva voler offuscare questa meta tanto ambita.

E “invece”. I famigerati nonostante sono diventati invece. Una tesi in marketing che ho amato perché ho raccontato zone che mi sono care, un lavoro non solo bibliografico ma intimamente sentito e la soddisfazione di discuterla con a fianco i miei figli, che grande soddisfazione! 🙂 Il primogenito mi ha incoronato e mi ha detto “ma che sei riuscita a fare? Ti rendi conto? Mi stai quasi sulle palle se ci penso” 🙂 e mi ha abbracciato stretta, con un bacio in fronte. L’altro mi è balzato alle spalle con un sorridente e caloroso “Brava mamma!!!”. Sono ricordi che custodirò nel cuore sempre…

Grazie all’affetto avvolgente di questi giorni e ricevuto in questo percorso da chi mi vuol bene, grazie ai sacrifici, alle domeniche e le notti a testa bassa sui libri, alla mia pazza tenacia. Per una volta posso davvero dir con convinzione LODE a me!!! <3

E … volevate non facessi una super e golosa torta per celebrare questo evento? Ho optato per una favolosa Red Velvet gluten free, ho usato il preparato specifico della BABBI che ho trovato davvero superlativo (dunque una busta di preparato + 3 uova grandi + 85 g di burro fuso + 1 cucchiaino di bicarbonato), ma qui vi riporto la ricetta completa che usavo precedentemente di conoscere questa meraviglia! (se volete fare acquisti nello shop online Babbi per questi giorni potete usare il mio codice sconto PEPERONCINO10)

Red Velvet con frosting di mascarpone e amarene (gluten free)

(dosi per una torta da 8 pp.)

 

Per la torta

190 g di zucchero
 150 g di burro temperatura ambiente
3 uova a temperatura ambiente
180 gr farina di riso
80 gr amido di riso
90 gr fecola di patate
10 g di cacao amaro
un pizzico di sale
1 cucchiaino di aceto di mele
1 cucchiaino di bicarbonato

 200 ml di latte intero
30 ml succo di limone
1/2 cucchiaino di colorante alimentare in polvere rosso

per il frosting:

400 g di mascarpone
200 ml di panna fresca
5 cucchiaini di zucchero a velo

amarene sciroppate

Per la bagna:

3 cucchiai di acqua

1 cucchiaio di liquore alchermes

Per guarnire:

fragole fresche

amarene sciroppate

 

Preparazione

In una ciotola unite latte intero e il succo di limone, mescolate leggermente e lasciate riposare mezz’ora, poi aggiungete il colorante alimentare.

Imburrate e infarinate le tortiere e accendete il forno a 170° C.
 
Setacciate tutti gli ingredienti secchi in una ciotola.
In un altra ciotola montate il burro con lo zucchero fino a che non si mostrerà gonfio e chiaro; aggiungete poi un uovo alla volta e continuare a lavorare fino a raggiungere un composto omogeneo, quindi aggiungete il latte, il succo di limone. Unite gli ingredienti secchi, dunque l’aceto e il limone. Mescolare bene.
 
Pesate l’impasto e suddividetelo in due stampi da 20 cm di diametro.
 
Infornate per 30 minuti circa, gli ultimi 5 minuti con la porta del forno semi aperta, ovvero con un mestolo tra la porta del forno e il forno.
Sfornate e lasciate raffreddare prima di togliere le torte dagli stampi.
 

Preparate la farcia unendo il mascarpone,  panna e  zucchero a velo.

Montate con le fruste le fruste elettriche tutti gli ingredienti freddi di frigo  e poi riporre nuovamente in frigo almeno un’ora.

Tagliate le due torte a metà per ottenere 4 dischi. Bagnare con la bagna e un pennello ogni disco, dunque con un sac à poche con la punta larga a stella decorare ogni disco, mettendo qualche amarena sciroppata qua e là. Infine decorare con ciuffi di frosting, fragole fresche e amarene.

(Conservate in frigorifero per  3/4  giorni)

È una torta perfetta per una bella ricorrenza, ed è stata perfetta per la mia laurea 🙂

 

PRIMI PIATTI

Pici con vongole e datterini gialli

Sono sempre stata positiva, di questa positività però ne avrei fatto volentieri a meno. Ebbene sì, il virus tanto stronzetto, che ha ribaltato le nostre abitudini e le nostre vite, è arrivato nella mia famiglia. D’altronde a me le cose piace farle in grande, sono pure vaccinata (e lasciamo gentilmente perdere tutta la polemica vaccino sì o no) ma l’ho beccato ugualmente, anche se devo dire che credo che la punturina mi abbia protetta.

Il mio primogenito si è ammalato, gli altri componenti della famiglia si sono isolati, ma io no. Stava male e non l’ho mai mollato, come ogni mamma credo farebbe, e così pure io ho vinto il fantomatico coronavirus. Anche se tuttora non siamo guariti, mi ritengo fortunata a non averlo preso troppo violento, passerà come tutto. Devo ammettere che un peggior momento per la sottoscritta non poteva essere, sono a un passo dalla vetta delle mie fatiche di studio e adesso davvero non so come fare… ma come dico sempre, un problema alla volta.

Ho ricevuto molti messaggi via social di persone che come me si sono contagiate e le ho trovate molto impaurite. Mi sono arrivate messaggi con domande, richieste di rassicurazione o per per  un confronto.  Credo che la paura sia addirittura deleteria, davvero. Personalmente non ho mai avuto un solo secondo di paura fin dai primi sintomi. Penso che  in una malattia in cui il primo step è “isolarsi”, non ricevere supporto fisico, occorra proprio l’atteggiamento di non pensare negativo e mantenersi tranquilli. Oltre a ciò è fondamentale iniziare a curarsi da subito e non certo dal risultato di un molecolare, che arriva dopo giorni. Ecco, per mia esperienza tutto questo mi sento di consigliarlo.

Sono situazioni in cui, come spesso accade nelle difficoltà, emergono le persone. Si vede proprio chiaramente quelle che tengono a noi, quelle che non lo dicono per sentirsi tranquille con la coscienza, ma lo sentono davvero. Ed io sono GRATA (sì, scritto fastidiosamente maiuscolo) per la rete affettiva che ho intorno, ben al di là della famiglia stretta. Il telefono che suona di continuo di persone pronte 24h su 24 a dare una mano, o portar la spesa, amici anche fuori città che vogliono partir dopo cena per venire a dar supporto, portare qualcosa di utile.  Il campanello che suona ad ogni ora del giorno e leccornie e piccoli pensieri che vengono lasciati per farci sentire coccolati. E amici che vanno arginati per non metterli a rischio perché a loro del rischio interessa poco poiché armati di affetto vero, pazzi adorabili! Questa di sicuro è la prima cura, quella che conta, il cuore gonfio di sentimento che fa la differenza, chi vive nel suo angolo egoista e preoccupato del suo orticello non immagina quanto si perda della vita… altro che virus!

Diciamo che anche il cibo fa la sua parte e… maledizione!!! ‘Sto virus cattivello si porta via pure le papille gustative! Ma che si può fare ad una food blogger? Ma vincerò io caro il mio bacillo, sappilo.

Che ne dite di una ricetta per un primo godurioso che vi farà fare un figurone anche con invitati? Eccolo!!! Pici vongole e datterini gialli

(per 4 pp)

400 g di pici freschi (se non li trovate usate uno spaghetto grosso)

1 kg di vongole veraci

400 g circa di pomodori datterini gialli

1 spicchio di aglio

1 punta di peperoncino

1/2 cucchiaino di curry

un rametto di prezzemolo

pepe macinato fresco

sale

olio extravergine di oliva

 

Procedimento

Sciacquate bene le vongole. In una larga padella (bene anche la wok) farle aprire con due bicchieri di acqua. Appena aperte toglietele, passarle ancora sotto l’acqua per togliere residui di sabbia e tenete da parte. Ad una metà togliete il guscio e le altre lasciatele con il guscio.  L’acqua di cottura filtratela con un panno pulito e tenetela, è importante.

Tagliate i datterini in 4 spicchi. Nella stessa padella delle vongole adesso mettete il peperoncino, il curry, lo spicchio di aglio, il rametto di prezzemolo e un giro di olio. Fate scaldare. Aggiungete i datterini, un cucchiaio di acqua delle vongole, coprite e fate cuocere 5 minuti, mescolando di tanto in tanto e semmai aggiungendo l’acqua delle vongole.

Nel mentre portate a bollore l’acqua della pasta e lessate i pici in acqua bollente e salata per 5 minuti, toglieteli duri, tenendo da parte qualche cucchiaio di acqua di cottura da aggiungere se servisse. 

A questo punto buttate i pici nella padella aggiungendo tutta l’acqua di cottura delle vongole e dopo un minuto aggiungete anche le vongole. Terminate la cottura dei pici a fiamma vivace, semmai aggiungendo anche poca acqua di cottura della pasta se servisse.  Valutate la sapidità. Terminate con una spolverata di pepe nero macinato e un giro di olio buono.

 

 

DOLCI

Dischi al cioccolato (simil Yo Yo)

Pochi giorni e ricomincerà un nuovo anno scolastico. Speriamo che possa scorrere in modo “normale”! Credo sia il pensiero che abbiamo tutti, quello di poter respirare un po’ di sana normalità… 

Vorrei fare rewind. Quando erano giorni di frenetiche domande e dubbi sul nuovo anno scolastico, quando mi preoccupavo della Smemo da comprare (che poi scambiavo con le amiche per dediche ecc..), delle penne colorate, degli evidenziatori. Poi c’era il profumo dei quaderni nuovi scelti con logica per ogni materia, lo zaino pulito, i professori nuovi, le nuove materie… che bellissime preoccupazioni 😉

Beh, anche per affrontare al meglio l’impegno scolastico bisogna fare delle colazioni golose e merende nutrienti, che ne dite di cimentarvi nel preparare questi simil Yo Yo? Già, ho cercato di realizzare le famose merendine e con cosa le ho riempite? Ma con la stupenda Cremadelizia al cacao Babbi …eh sì, proprio deliziose 😉

Dischi al cioccolato (simil Yo Yo)

(per 9/10 merendine)

  • 3 uova medie
  • 100 g zucchero semolato
  • 1/2 bacca di vaniglia (semini)
  • 100 g farina tipo 00
  • 1/2 cucchiaino di bicarbonato

farcitura

  • crema spalmabile al cacao (io Babbi)
  • 50 g cioccolato fondente al 70%

Procedimento

Come prima cosa unire nella ciotola della planetaria (o con le fruste elettriche)  le uova  a temperatura ambiente assieme lo zucchero e l’aroma di vaniglia. Montare il composto per circa 5/6 minuti, fino a farlo diventare bello gonfio e spumoso.

A parte setacciare la farina con il bicarbonato, mescolare bene e aggiungerlo pian piano al composto di uova. Amalgamare il tutto con una spatola, mescolando con movimenti delicati dal basso verso l’alto per non smontare il composto.

Versare un cucchiaio colmo di composto su carta da forno facendo cerchi di impasto di 8 cm ben distanziati.

Cuocere in forno ventilato  preriscaldato a 180° per circa 8 minuti. Spegnere e lasciate dentro 2 min con lo sportello semi aperto. Attenzione, dovranno risultare chiari!

Lasciar  raffreddare  su una gratella poi farcire la metà dei dischi con la crema spalmabile e chiuderli con la metà dei dischi rimanenti.

Fondere circa il cioccolato fondente a bagno maria, trasferirlo in una sac à poche dal beccuccio fine o altrimenti creare un piccolo cono con la carta forno (trovate tanti tutorial su You Tube), decorare i vostri simil  Yo-Yo.

Attendere che il cioccolato si solidifichi, occorreranno un paio di ore. 

Si conseravano bene qualche giorno a temperatura ambiente nel vetro o scatola di latta.

TRAVEL

Fra Umbria e Marche

Anche per queste vacanze 2021 abbiamo scelto la nostra bella Italia. Dobbiamo davvero ritenerci fortunati, perché qualunque  sia la nostra meta, nel nostro Paese ogni luogo è perfetto e offre molto, sia in bellezza che in piacevoli scoperte culinarie.

Abbiamo passato una settimana fra Umbria e Marche, spostandoci frequentemente e macinando km, come nostra consuetudine… siamo rientrati anche stavolta con oltre 1000 km in auto e chissà quanti a piedi, così è la nostra idea di viaggio e di scoperta dei luoghi. Alcuni posti che abbiamo visitato non mi erano nuovi, ma i miei ragazzi ancora non li avevano visti e meritavano una sosta.  Così abbiamo staccato dal mondo per qualche giorno, dai social (mi sono connessa pochissime volte) e dalle beghe quotidiane. Abbiamo parlato, riso, ci siamo immersi in panorami e momenti lenti senza troppi orari o pretese, insieme.

Quante cose abbiamo scoperto? Quanti luoghi abbiamo visitato? Molti. E devo dire che non hanno tradito le nostre aspettative. Anche se qualche appunto credo sia doveroso farlo e lo scriverò alla fine di questo post 😉

Siamo partiti per Ferragosto (un giorno di quelli un po’ antipatici a mio avviso, quasi come Capodanno :-O ),  fortunatamente non abbiamo trovato traffico. Il nostro primo step è stato Passignano sul Trasimeno e poi Perugia, la capitale umbra piena di scale mobili e dal fascino medievale che ha il sapore di cioccolato in molti angoli (anche il nostro hotel era in tema Chocohotel). Perugia è proprio una bella città e accanto al suo bellissimo Palazzo dei Priori ci siamo goduti un’ottima cenetta in un contesto incantevole.


Passignano sul TrasimenoPerugia

Poi la direzione è stata verso le Marche, terra per noi perlopiù sconosciuta, un po’ secca sotto il sole cocente di agosto, con i suoi paesini arroccati e i suoi colori tenui di ambra e tortora fino al blu del suo mare. Abbiamo fatto una bellissima sosta con camminata a fianco del monte per arrivare al bellissimo Tempietto Valadier, L’eremo di Santa Maria Infra Saxa sorge a Genga, venne costruito tra le rocce ed è parzialmente scavato nella parete della grotta. Nei pressi dell’eremo, completamente inserito nella grotta c’è il ben più visibile tempio neoclassico, detto del Valadier. Si tratta di un edificio a pianta ottagonale in travertino locale, fu voluto da papa Leone VII e compiuto entro il 1828.

Eremo Santa Maria Infra Saxa

Tempietto Valadier

I successivi step sono stati la suggestiva Loreto, famosa per ospitare la basilica della Santa Casa, la città di Loreto è uno dei più importanti e antichi luoghi di  pellegrinaggio  del mondo cattolico, devo ammettere che credenti o meno è davvero una visita suggestiva e che merita.  Poi abbiamo preseguito verso  la bellissima Recanati di Leopardi e alla fine siamo giunti a Porto Sant’Elpidio dove abbiamo fatto un po’ di mareLoreto

Recanati

la sera a Porto Sant’Elpidio

Nei giorni successivi abbiamo optato per le località di mare, spiagge ciottolose e sabbiose, vento e salsedine… Porto San Giorgio, Lido di Fermo e l’imperdibile giro nella riviera del Conero, Numana e Sirolo e la bella spiaggia del Frate (sicuramente un po’ inflazionata, ma meritevole anche solo per lo splendido panorama!). Altre località balneari anche se viste en passant? Porto Recanati e Civitanova Marche, Grottammare.

Numana – spiaggia del Frate

Una località in cui abbiamo dormito e che mi è molto piaciuta è stata Pedaso, tranquilla, pulita, senza fronzoli ma non spartana… bella senza averne l’aria! Qui abbiamo soggiornato presso il b&b Vista d’aMare che consiglio per la location stupenda con vista mozzafiato e per Sergio e Daniela che sono dei gestori gentilissimi, disponibili e professionali, quelli che curano ogni piccolo dettaglio come piace a me, che si vede che mettono il cuore nella loro attività!

 

Ancora un giro nell’entroterra e abbiamo visitato Fermo, che sorge sulla vetta e lungo le pendici del Colle Sàbulo, un piccolo comune che mi è molto piaciuto e che offre un bel panorama e che appare proprio fermo nel tempo. Poi ancora il piccolo borgo di Moresco, considerato uno dei più belli d’Italia e Monterubbiano dove abbiamo gustato on the road delle ottime olive all’ascolana e le tagliatelle fritte ;-P

Fermo


Moresco

il risveglio al mattino presso il b&b Vista d’aMare

Abbiamo terminato il nostro tour delle nostre visite alle città e paesi con tre soste.  La bella Ascoli Piceno, una vera scoperta, mai l’avrei immaginata tanto affascinante, invece l’ho trovata proprio bella  e “buona” (si capisce che mi piacciono le olive all’ascolana, vero?). Il centro storico è costruito quasi interamente in travertino e non si può non amare la rinascimentale piazza del Popolo…

Altra sosta, prettamente culinaria, a Norcia, in Umbria. Fa male trovarla ancora devastata dal maledetto sisma del 2016… ancora sembra lontana dall’essere ricostruita e le ferite aperte mi creano sempre disagio … però le persone sono operose e sorridenti, i prodotti del territorio non hanno bisogno di presentazione e i che dire dei suoi norcini? Se siete buongustai la fermata è d’obbligo!

Ultima sosta la sempre suggestiva e affascinante Assisi, terra di San Francesco con i suoi vicoli perfetti e la sua stupenda basilica, niente da aggiungere. Era anche stavolta piena di turisti. Rispetto alla povera Norcia qui gli effetti del sisma sembrano esser stati curati e ripristinati (mi viene da commentare che fosse prevedibile). Comunque Assisi non delude mai 🙂

Sono tutti luoghi che vi consiglio di visitare, tutti molto belli. E io non posso che sentirmi profondamente grata per queste giornate piene di famiglia e per essere nata in questa parte fortunata di mondo!

 

Consigli per il viaggio in queste zone, consigli e osservazioni:

  • non andateci se cercate movida e frenesia. In particolar modo nell’entroterra sono luoghi fatti di tempo disteso e un po’ fermo nel tempo, per fortuna direi 🙂
  • i prezzi sono ancora molto abbordabili e il cibo è ottimo! Per quanto concerne le Marche devo segnalare assolutamente due ristoranti dove  abbiamo gustato ottimo pesce in riva al mare il ristorante Chalet Tropical a Porto Sant’Elpidio e il Casa de Mar a Pedaso (servizio impeccabile peraltro). Mentre in Umbria a Norcia fermatevi all’osteria Sienti’n pùo’ 
  • il mare offre sia tanti luoghi a spiaggia libera che attrezzata, a voi la scelta. A ridosso del mare e per tutto il litorale scorre la linea ferroviaria, anche se non siete abituati dopo poco non farete più caso ai treni  😉
  • se decidete di andare alla Spiaggia del Frate a Numana l’accesso è dall’hotel Eden, i parcheggi nei pressi del centro sono caotici in agosto, se optate per il  parcheggio dell’hotel sono 10 euro al giorno. La discesa vale il mare, lì trovate due lidi attrezzati e spiaggia libera (per quest’anno l’accesso alla spiaggia libera è contingentato per le norme anti-Covid)
  • fate attenzione alla raccolta differenziata e a porta a porta, peraltro in queste zone mi sembra funzioni bene, ho trovato tutto molto pulito
  • attenzione alla viabilità, specialmente nelle Marche… cartelli stradali quasi inesistenti, il navigatore spesso fa fare giri un po’ strani, chiedere consiglio agli abitanti è buona cosa
  • si trovano molti parcheggi liberi e comunque a buon costo
  • osservazione per le Marche. Purtroppo ho trovato i paesaggi interni spesso aridi, incolti, un po’ lasciati a sé stessi. Terribili (e lo scriverei a caratteri cubitali) i mostri architettonici che si trovano troppo spesso qua e là a ridosso di spiagge  e belle località, il triste simbolo delle costruzioni selvagge anni 70, peccato davvero …
  • la strada da Ascoli a Norcia è attualmente piena di lavori e semafori, scorre molto lenta. Prestate attenzione.